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 Caro Dr. Pelanda, 
            in questo spazio di libera espressione
            che Lei ci mette a disposizione, vorrei apportare il mio
            (modesto) contributo di pensiero, in relazione allo stato sociale,
            alla mancanza di una (certa) "sinistra" in Italia, alla
            necessità di un buon federalismo.
           
            La mia estrazione è liberale,  formato alla
            facoltà di Economia e Commercio de "La Sapienza", sono
            commercialista in Roma, la mia fidanzata è svedese. Quest'ultima
            circostanza mi ha portato spesso a riflettere (ed a confrontarmi con
            lei) sulle differenze tra il loro ed il nostro stato sociale. Discussioni
            e riflessioni che mi hanno portato a certe conclusioni.
           
            Quello che manca in Italia è veramente
            una "sinistra" moderna e liberale che si differenzi dalla
            "destra" per i riflessi di politica economica: sarebe
            stupendo vivere in paese dove non si nasce di destra o di sinistra
            ma si scelga l'una o l'altra in funzione della congiuntura economica
            e di una strategia "anticiclica" ossia: "accumulare
            l'estate per consumare d'inverno".
           
            L'Italia è rimasta indietro perché
            mentre noi ancora discutiamo di fascisti e comunisti, di cattolici e
            radicali, gli altri lasciano la religione, l'ideologia, l'etica e la
            morale, alla sfera PRIVATA, e la politica economica in senso stretto
            alla sfera pubblica.
           
            Lo stato sociale funziona in certe
            condizioni ed a certi patti. In Svezia ad esempio sono 9 milioni di
            cittadini uniti da un forte spirito di "razza" ma dove non
            esite il "razzismo", tant'è che convivono benissimo con
            minoranze nutrite di curdi, iracheni e mediorientali in genere; lo
            stesso in Norvegia ed in Danimarca. Se non ci fosse lo stato
            sociale, ad esempio il vino, o gli alcolici in genere, non
            arriverebbero al nord di quel paese perché il mercato non avrebbe
            convenienza a portarlo. E così per centinaia di altri esempi.
           
            Quello che da loro funziona (perché
            demograficamente possibile) è dovuto all'esistenza di un comune
            sentimento di appartenenza ad una "sovrastruttura"
            pubblica nella quale ognuno si riconosce. E ci si fida l'uno
            dell'altro. Da questo deriva tutto il resto: la buona educazione, il
            rispettare la fila, il non sporcare le strade, etc. etc.
           
            Potrebbe funzionare da noi? Forse è la
            mia risposta, purché all'interno di sovrastrutture regionali dove
            può crearsi quel collante del comune identificarsi parte di una
            identità territoriale.
           
            Da noi l'unico pseudo-collante è la
            nazionale di calcio, ma riusciamo a dividerci anche su Sacchi e/o
            Trapattoni. Mussolini ci ha provato; e se ha fallito lui con metodi
            autoritari (..."governare in Italia non è difficile, è
            inutile..") non sarà il caso di pensare che in
            Italia quello che non funziona è proprio cercare di miscelare
            acqua e olio? Di quì l'importanza strategica di un buon
            federalismo. 
           
            Lo stato sociale non funziona perché
            trainato verso il fallimento dai "furbi": il meccanismo è
            quello delle assicurazioni: più furbi ci sono più alti sono i
            premi. E in Italia (paese di furbi) i premi sono rappresentati dall'alilquota
            fiscale, in costante aumento per mantenere i furbi. 
           
            Se l'amministrazione delle politiche
            assistenziali fosse "locale", gli amministratori locali
            adotterebbero le politiche di gestione della "res publica"
            più adatte alle caratteristiche del territorio, ed i
            "furbi" sarebbero individuati più facilmente . 
           
            Stravincerà Berlusconi e speriamo
            mantenga fede alle promesse, nel frattempo speriamo che la sinistra
            superi i complessi (e i complessati) "sindacalcomunisti",
            e si riformi in ottica moderna (D'Alema l'ha capito
           
            ed aspetta...) e tra cinque anni forse
            potremo scegliere tra "A" e "B" e non tra
            fascisti e comunisti o tra cattolici ed omosessuali.
           
            E soprattutto speriamo che certe
            questioni non riguardino i programmi di governo ma la libera
            coscienza dei singoli: aborto, eutanasia, droga, etc. non possono
            essere bandiere dell'una e dell'altra parte, sulle questioni di
            coscienza si devono creare (ampie) maggioranze trasversali in
            Parlamento.
           
            E speriamo un domani di utilizzare le
            parole Destra e Sinistra per indicare la strada ai turisti che ci
            ringrazieranno con stima e rispetto per essere ospiti di un paese
            stupendo.
           
            Andrea Canevari
           
            Roma
           
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