09/07/2004

Banana-behaviour-economy

 Egregio professore, devo essere invecchiato, non capisco più niente.
 Assisto stupito all'esternazione del Prof. Polojac sulla "behaviour
 economy" e mi trovo d'accordo con lui solo sul fatto che la roba mia, a
me, è più cara che la roba degli altri.
 Mi sembra una cosa positiva che all'uomo oltre che la razionalità piaccia
 il ghiribizzo, il desiderio, la voglia, il capriccio: è il sale della
 vita... cosa saremmo sennò? Degli svizzeri infelici!
 Non conosco i taxisti di New York, conosco i cottimisti della Val
Brembana: quando c'è da guadagnare non si fermano finchè c'è ancora un soldo da
 intascare. Terminano il lavoro sfiniti, ma contenti e col portafogli
pieno.

 E guardi che anche i cottimisti pugliesi e calabresi si comportano così.
 Sono gli impiegati del catasto a comportarsi diversamente, o i lavoratori
 delle "Repubbliche Popolari".

 Vero è che c'è una componente "comportamentale" nell'economia, come in
 tutte le cose umane,ma quanto esposto dal porf. Polojac è una grandezza
del terzo-quarto ordine rispetto ai "fondamentali". Anche questi famosi
 "fondamentali dell'economia" si basano sul comportamento delle persone. Ad
 esempio: " Io lavoro se posso godere i frutti della mia fatica" . Invece
il mettere in primo piano  l'aspetto comportamentale "EFFETTO DOTE" enunciato
 da Polojac mi pare il paradigma del non-ragionamento: inventiamo un
 concetto e poi cerchiamo nella realtà quelle poche cose che lo possono
 dimostrare. Ad esempio diciamo che "quando piove l'acqua va dal basso
verso l'alto" e poi andiamo a cercare quelle poche gocce di rimbalzo che
 dimostrano il nostro enunciato.
 Bè, dopo Galileo la scienza va in modo diverso: "Prima sono le cose e poi
i nomi delle cose". Ciò sta a dire che dall'osservazione del reale si deduce
 la teoria, non il contrario. Ma forse la psicologia è differente.
 Cordialità - G. Pinciroli