Banana-behaviour-economy
Egregio professore, devo essere invecchiato, non capisco più
niente.
Assisto stupito all'esternazione del Prof. Polojac sulla "behaviour
economy" e mi trovo d'accordo con lui solo sul fatto che la
roba mia, a
me, è più cara che la roba degli altri.
Mi sembra una cosa positiva che all'uomo oltre che la razionalità
piaccia
il ghiribizzo, il desiderio, la voglia, il capriccio: è il sale
della
vita... cosa saremmo sennò? Degli svizzeri infelici!
Non conosco i taxisti di New York, conosco i cottimisti della Val
Brembana: quando c'è da guadagnare non si fermano finchè c'è ancora
un soldo da
intascare. Terminano il lavoro sfiniti, ma contenti e col
portafogli
pieno.
E guardi che anche i cottimisti pugliesi e calabresi si
comportano così.
Sono gli impiegati del catasto a comportarsi diversamente, o i
lavoratori
delle "Repubbliche Popolari".
Vero è che c'è una componente "comportamentale"
nell'economia, come in
tutte le cose umane,ma quanto esposto dal porf. Polojac è una
grandezza
del terzo-quarto ordine rispetto ai "fondamentali". Anche
questi famosi
"fondamentali dell'economia" si basano sul comportamento
delle persone. Ad
esempio: " Io lavoro se posso godere i frutti della mia
fatica" . Invece
il mettere in primo piano l'aspetto comportamentale "EFFETTO
DOTE" enunciato
da Polojac mi pare il paradigma del non-ragionamento: inventiamo
un
concetto e poi cerchiamo nella realtà quelle poche cose che lo
possono
dimostrare. Ad esempio diciamo che "quando piove l'acqua va
dal basso
verso l'alto" e poi andiamo a cercare quelle poche gocce di
rimbalzo che
dimostrano il nostro enunciato.
Bè, dopo Galileo la scienza va in modo diverso: "Prima sono
le cose e poi
i nomi delle cose". Ciò sta a dire che dall'osservazione del reale
si deduce
la teoria, non il contrario. Ma forse la psicologia è differente.
Cordialità - G. Pinciroli
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