10/08/2002

Caro Prof. Pelanda,

Grazie! Finalmente qualcuno che a destra incarna in un articolo il sentimento diffuso degli elettori del polo. Abbiamo riconquistato il governo del paese - rubato a suo tempo come sappiamo - dopo cinque anni di opposizione costruttiva e strategica attesa.
La vittoria è stata conquistata metro per metro, ed è fondata su basi solide: un piano di governo condiviso dalla coalizione e finalmente dagli italiani, che hanno messo una croce sul nome di Berlusconi, e non su un generico scudo crociato.
E mi piace il finale: saremo qui a vigilare, mentre i nostri rappresentanti si godono il meritato riposo. Un po' di enfasi non guasta, anche se di magagne nel centro detra ce ne sono e siamo primi a saperlo. Come sappiamo che viviamo in Italia e non su Marte. 
 
Oggi emerge che le casse sono vuote perché molti grandi gruppi non hanno pagato le imposte (non le tasse, come si dice erroneamente), grazie ai favori di Visco.
Emerge questo dato i primi di agosto, considerando l'autoliquidazione dei grandi gruppi che hanno presentato il mod. f24 con saldo "zero". Non so come abbiano fatto i calcoli per tirare fuori questi dati, tuttavia, da commercialista, mi piacerebbe saperne di più, soprattutto considerando che molti contribuenti, come è nelle loro possibilità da tempi recenti, preferiscono rateizzare le imposte a saldo, spalmandole su un periodo che va da luglio a novembre. E sappiamo bene che il grosso del gettito fiscale non deriva dai grandi gruppi ma dai lavoratori dipendenti e dal popolo delle "partite IVA" ossia da quei milioni di lavoratori autonomi, ditte individuali, artigiani e commercianti, etc. che per potersi permettere di andare in vacanza preferiscono pagare le imposte "a rate". Quindi a mio avviso i conti sull'autoliquidazione andrebbero fatti a novembre, considerando le entrate effettive. A meno che i calcoli sull'autoliquidazione non abbiano compreso la proiezione nei mesi agosto-novembre delle imposte pagate con la prima rata di giugno o di luglio. In tal caso i dati sarebbero verosimili, ma ci credo poco. E comunque molti preferiscono non pagre a luglio e "ravvedersi" pagando una sanzione minima, entro l'anno successivo.
 
Peraltro queste mancate entrate dai grandi gruppi, produrranno i loro effetti anche a novembre, quando nelle casse mancheranno gli acconti delle imposte: infati se le grandi imprese non hanno pagato il saldo 2001, vuol dire che non hanno pagato neanche il primo acconto di imposte e non pagheranno il secondo, essendo gli acconti calcolati sul 98% del saldo relativo all'anno precedente, da versare nella misura del 40% a giugno e del 60% a novembre.
 
Un altro scherzetto che aveva fatto Visco, sapendo che la sinistra avrebbe perso le elezioni, era stato quello di  diminuire la misura degli acconti da versare lo scorso anno: da sempre l'acconto era fissato nella misura del 98% del saldo precedente, improvvisamente Visco ha deciso di ridurlo, per le imprese, al 93,5 % per poi farlo tornare al 98% l'anno successivo: qual'è la logica? sapendo che sull'esercizio 2001 gli amici non avrebbero pagato imposte, e quindi neanche gli acconti, facciamogli anche risparmiare un po' di liquidità nel 2001, quando si pagano gli acconti calcolati sul saldo 2000 ! Semplice! 4.5 punti percentuali sembrano una sciocchezza, ma in termini di liquidità per una grande impresa che vive su equilibri finanziari precari, è una grande boccata di ossigeno, e specularmente un grosso problema di cassa per l'erario. 
 
Boccata di ossigeno che si somma a quelle relative alla DIT ed alla "agevolazione Visco": queste due agevolazioni hanno consentito alle grandi imprese di investire in macchinari ed impianti, con la scusa della "capitalizzazione delle aziende" e pagare un aliquota del 19% sulla parte di utile corrispondente all'aumento di capitale (per la DIT) o all'acquisto di beni strumentali (c.d. "agevolazione Visco"): in realta il risultato è stato un effetto di sostituzione - in termini reali - di lavoratori con macchine. Perché? Perchè dovendo spremere Visco i piccoli per dare ai grossi, si è inventato l'IRAP ossia un'imposta incostituzionale in quanto perversamente in contrasto con l'art. 53 della costituzione, secondo il quale ciascuno deve concorrere alle spese pubbliche in ragione della propria "capacità contributiva". Sempre l'art. 53 ci dice che il sistema tributario è informato a criteri di progressività. Bene.
Per le imprese la capacità contributiva non può che essere la differenza tra ricavi e costi, che determina un utile . Se i miei ricavi sono 100 ed i costi 95, la mia capacità è 5,  l'IRPEG 1.8, l'utile netto 3.2 . fin quì tutto ok.
Ora nel meccanismo inseriamo l'IRAP, che prevede l'esclusione dalla base imponibile del costo del lavoro. Mettiamo che io sia titolare di una piccola impresa manifatturiera o do servizi - come milioni ve ne sono  in Italia - che ha come spina dorsale il lavoro di esseri umani col cuore pulsante e non macchinari con la spina eletttrica. e mettiamo che di quei 95 di costi, il lavoro sia 80. Ecco che la base imponibile è data da ricavi 100 meno costi deducibili 15 (95-80) ossia 85: il 4.25% di 85 è circa 3,61
Ricapitolando: avevo un utile prima delle imposte pari a 5. Ho imposte per 6.81, chiudo con una perdita di   -1,81 !!! Mi hanno succhiato tutta la capacità contributiva e mi hanno mandato in perdita !!! Aiuto! E dov'è la progressività?
Facciamo un'altra ipotesi: io sono amico di Visco, o comunque sono informato sulla strategia del Vampiro e mi comporto in un altro modo: Sostituisco lavoratori con macchinari: adesso ho ricavi per 100, costi per 95, di cui solo 20 per lavoro. Pago Irpeg per 1.8 e IRAP su un imponibile non più di 85 ma di 25, quindi pago IRAP per 1.06. Ricapitolando ho un utile prima delle imposte di 5 pago imposte per 2.86, residua un utile netto pari a 2.16.
DUE IMPRESE IDENTICHE: l'una da lavoro a 5 persone e grazie alle imposte chiude in perdita, l'altra da lavoro ai macchinari e mantiene un utile!!!
DOVE STANNO I SINDACATI? DOV'ERA "COSFERATU" ???
Consideriamo inoltre che la sostituzione tra cristiani e macchinari, si può fare nelle grandi imprese, e non nelle piccole, come fa a sostituire una piccola impresa di servizi della new economy, ad es. un impresa che fa siti internet o software, a sostituire la creatività del cervello umano? Invece può benissimo la FIAT sostituire 100 saldatori con un mega saldatore robottizzato!
 
Ieri è emerso che nella grande industria si sono persi centinaia di migliaia di posti di lavoro.... BELLA SCOPERTA!!!
 
Ecco l'inchiesta che dovrebbe fare il giornale in questo agosto, come premessa all'autunno caldo: prendiamo i bilanci delle grandi aziende e le dichiarazioni fiscali e facciamogli un esamino. Lo faccio io!
I miei clienti spremuti non hanno soldi per il commercialista, che ad agosto resta a Roma incazzato come una bestia! (pardòn)
 
Vediamo quanto hanno licenziato e quanti macchinari hanno acquistato! Vediamo che strategie hanno adottato per non pagare le imposte! Vediamo gli effetti dei favori di Visco! Facciamo una campagna informativa volta a che raccogliere l'adesione di tutti coloro che si sono visti succhiare la capacità contributiva grazie all'IRAP.  Certo Lei si occupa di scenari macroeconomici - ho letto ben volentieri "sovranità e ricchezza" - e questi argomentucci di politica italiana interessano meno delle grandi sfide planetarie. Ma nella regione Italiana questi sono fenomeni macroeconomici a tutti gli effetti, perché gli effetti perversi che generano, incidono direttamente sulle aspettative, dovendosi rimandare almeno di un anno l'avvio del motore, ed in quest'anno continuare a ripararlo, con le iene pronte a sbranarti alla prima buccia di banana su cui inciampi.
 
Ma forse l'inchiesta non si può fare...tra le grandi aziende che non hanno pagato c'è MEDIASET.  Il conflitto d'interessi tarpa anche le nostre ali, il giornale non farà mai una simile campagna. Eppure avremmo tolto tutti gli argomenti alla sinistra e alla nuova lobby "libertà e giustizia". Potevamo organizzare una mega contro-manifestazione contro l'anti-sindacalista Cofferati, ed avere un autunno meno caldo. E del resto dell'IRAP Tremonti non è riuscito a farne a meno.
Buone vacanze prof. Pelanda, e grazie ancora, è sempre piacevole leggere i suoi articoli. Fanno un po' sognare...
Andrea Canevari
Roma