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 Egregio Dr Pelanda. 
  Leggo sempre con molto interesse i suoi articoli e
  Le sarei grato di un suo commento sugli ultimi 8 anni di politica
  economica argentina.
  
  Le dico la mia.
  
  Nel 1993, Cavallo Ministro, (o 1992 non
  ricordo bene) fu dichiarata la parità del peso con il US$, in un paese che
  comunque manteneva un inflazione, ed un prime rate, più alti di
  quelli USA. Un integrazioe finanziaria senza integrazione Economica, Questo ha
  reso convenienti gli investimenti finanziari, ma ha depresso quelli
  industriali.
  
  Nel frattempo le privatizzazioni non sembra
  abbiano dato alcun giovamento alla struttura economica e alle infrastrutture
  di servizio del paese.
  
  Dopo anni di questa politica il sistema produttivo
  argentino si è trovato alle corde, non reggendo la competitività dei vicini
  (Brasile e Cile in testa). A questo punto, con la benedizione del gotha
  finanziario mondiale è stato richiamato Cavallo che ha sancito il
  fallimento finanziario dell'Argentina, non tornando alla piena flessibilità
  della moneta, ma inventandosi un'artificialissima parità di mezzo tra dollaro
  ed euro, valida in alcuni casi (esportazioni) e non in altri.  Non gli
  crede nessuno e i tassi d'interesse del debito pubblico Argentino schizzano in
  alto in modo insostenibile. Gli stessi che hanno voluto il ritorno di Cavallo
  dicono che per il debito "L'Argentina deve fare ricorso alle risorse
  interne". Come un medico che dopo anni di salassi dichiari ad un paziente
  esangue, che ha avuto la sciaguratezza di affidarglisi, che è meglio evitare
  trasfusioni e aspettare che si rigeneri il sangue.  Come un cravattaro
  (romanesco per usuraio)  che stringa il cappio per permettere alla
  propria vittima di continuare a rantolare, ma non di respirare a pieni
  polmoni.
  
  Oggi dopo anni di sacrifici si chiede agli
  Argentini di rinunciare sostanzialmente a scuola e sanità pubbliche, ponendo
  le premesse strutturali per emarginare buona parte della popolazione e
  per "brasilianizzare" l'intero paese. (relativamente pochi ricchi,
  tanti poveri e ceto medio in via di estinzione). 
  
  Credo che con uno sforzo non enorme la comunità
  internazionale abbia la possibilità di mantenere l'Argentina nel novero dei
  paesi che consentono alla quasi totalità dei propri cittadini una vita
  dignitosa.
  
  Credo che se si lascerà "brasilianizzare" l'Argentina
  lo sforzo per recuperarla sarà enorme.
  
  Non voglio certo nascondere con queste
  affermazioni la responsabilità della società civile Argentina per avere
  accettato una classe politica incapace e corrotta (bene o male in Italia direi
  che abbiamo reagito), ma voglio sottolineare la connivenza delle istituzioni
  finanziarie internazionali i cui ragionamenti sembrano dominati da
  considerazioni ragionieristiche di breve periodo, considerazioni che, ritengo,
  se applicate all'Italia del XIX secolo, mai avrebbero permesso l'introduzione
  dell'istruzione obbligatoria.
  
  cordiali saluti
  
  Francesco Paoletti
  
  (Via del Piscinello 7/a  01010 Oriolo Romano
  VT)
  
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