06/08/2001

Egregio Dr Pelanda.

 
Leggo sempre con molto interesse i suoi articoli e Le sarei grato di un suo commento sugli ultimi 8 anni di politica economica argentina.
 
Le dico la mia.
 
Nel 1993, Cavallo Ministro, (o 1992 non ricordo bene) fu dichiarata la parità del peso con il US$, in un paese che comunque manteneva un inflazione, ed un prime rate, più alti di quelli USA. Un integrazioe finanziaria senza integrazione Economica, Questo ha reso convenienti gli investimenti finanziari, ma ha depresso quelli industriali.
 
Nel frattempo le privatizzazioni non sembra abbiano dato alcun giovamento alla struttura economica e alle infrastrutture di servizio del paese.
 
Dopo anni di questa politica il sistema produttivo argentino si è trovato alle corde, non reggendo la competitività dei vicini (Brasile e Cile in testa). A questo punto, con la benedizione del gotha finanziario mondiale è stato richiamato Cavallo che ha sancito il fallimento finanziario dell'Argentina, non tornando alla piena flessibilità della moneta, ma inventandosi un'artificialissima parità di mezzo tra dollaro ed euro, valida in alcuni casi (esportazioni) e non in altri.  Non gli crede nessuno e i tassi d'interesse del debito pubblico Argentino schizzano in alto in modo insostenibile. Gli stessi che hanno voluto il ritorno di Cavallo dicono che per il debito "L'Argentina deve fare ricorso alle risorse interne". Come un medico che dopo anni di salassi dichiari ad un paziente esangue, che ha avuto la sciaguratezza di affidarglisi, che è meglio evitare trasfusioni e aspettare che si rigeneri il sangue.  Come un cravattaro (romanesco per usuraio)  che stringa il cappio per permettere alla propria vittima di continuare a rantolare, ma non di respirare a pieni polmoni.
 
Oggi dopo anni di sacrifici si chiede agli Argentini di rinunciare sostanzialmente a scuola e sanità pubbliche, ponendo le premesse strutturali per emarginare buona parte della popolazione e per "brasilianizzare" l'intero paese. (relativamente pochi ricchi, tanti poveri e ceto medio in via di estinzione). 
 
Credo che con uno sforzo non enorme la comunità internazionale abbia la possibilità di mantenere l'Argentina nel novero dei paesi che consentono alla quasi totalità dei propri cittadini una vita dignitosa.
Credo che se si lascerà "brasilianizzare" l'Argentina lo sforzo per recuperarla sarà enorme.
Non voglio certo nascondere con queste affermazioni la responsabilità della società civile Argentina per avere accettato una classe politica incapace e corrotta (bene o male in Italia direi che abbiamo reagito), ma voglio sottolineare la connivenza delle istituzioni finanziarie internazionali i cui ragionamenti sembrano dominati da considerazioni ragionieristiche di breve periodo, considerazioni che, ritengo, se applicate all'Italia del XIX secolo, mai avrebbero permesso l'introduzione dell'istruzione obbligatoria.
 
cordiali saluti
Francesco Paoletti
(Via del Piscinello 7/a  01010 Oriolo Romano VT)