06/08/2001

Signor Pelanda, 
avendo letto i Suoi recenti articoli su "Foglio" e "Giornale" riguardo lo stato dell'economia USA e l'importanza che esso ha sull'Europa non posso che condividere la Sua chiara e puntuale analisi. Tuttavia credo che la reale efficacia delle restrizioni monetarie della Fed sull'andamento della crescita USA sia stata molto limitata: a rialzi consistenti e ripetuti dei tassi e' corrisposto ,dopo un cospicuo lasso di tempo, un momentaneo rallentamento del tasso di crescita del PIL dovuto forse piu' alla "reality call" che il crollo del Nasdaq ha imposto ai mercati ed ai risparmiatori ed agli squilibri da Lei accuratamente analizzati. 
L'economia reale USA resta in buona salute, tutto lascia presupporre che la ripresa sia imminente, e tale ripresa probabilmente non sara' che marginalmente influenzata dall'espansione monetaria che la Fed sta portando avanti, e' probabile inoltre che avendo i precedenti rialzi dei tassi agito come freno per l'inflazione, gli attuali ribassi saranno di stimolo per un aumento del livello dei prezzi. Credo infatti che in mercati evoluti come quelli americani ed europei l'effetto placebo delle espansioni monetarie sia estremamente contenuto, cosi' come le analisi di Friedman e dei cosidetti (neo) monetaristi sembrano dimostrare, e che gli effetti inflattivi di tali operazioni sia predominante anche nel medio-breve periodo. 
Distinti Saluti Rinaldo Olivari