MANICOMIO A CIELO APERTO
Augusto Mennella
Roma, lì 18.01.2001
La mia intenzione è far risaltare il disagio crescente giorno dopo giorno, di
fronte ad una serie di problemi di cui non mi si annuncia una soluzione futura,
anzi si prefigura un peggioramento. Io non credo di essere in grado di resistere
vita natural durante a tutte le mie insofferenze, anche se quelle che sopporto
ora non credevo di esserne capace. Mi sento una specie di martire/eroe subumano,
cattolico controcorrente/preconciliare/eucaristico, uomo educato/perbene
quantomai fuori luogo e inadatto, ed altri aforismi simili.
Non sono in grado di parlare di politica, e non è mia intenzione denunciare le
colpe sinistrorse, tanto nel paese la gente media non capisce un cazzo, e il
resto nenmmeno; tutti parlano di sociale, di problemi, di questo e di
quell'altro, ma la vera conoscenza di un problema si ha, io credo, quando lo si
vive in prima persona. Punto.
Io sono un invalido, che opponendosi al suo destino e alla scienza medica,
scende in strada ogni matina alle 5.50 per recarsi al lavoro a Roma, e vi fa
ritorno di solito intorno alle 20.30, in tempo, forse per vedere l'unico
telegiornale coerente: "Striscia la Notizia" e poi svenire.
Tutte le mattine incontro extracomunitari del Bangladesh puzzolenti, mangiatori
di aglio fino allo spasimo delle budella (nostre); ogni giorno ce n'è uno in più,
col suo bravo valigione immenso che occupa due posti; i controllori non fanno
loro le multe per le valigione, perché nel vano bagagli sottostante, la legge
vieta il trasporto di bagagli (che senso ha?). Il loro fetore di prima mattina
è quanto di meglio io possa augurare a chi ne parla favorevolmente.
Saltiamo al mio ritorno con l'autobus delle 19.00 non diretto: alla partenza ci
sono fissi sei-sette di questi individui, e mano mano che la corriera prosegue
la sua corsa, ne salgono sempre altri, finchè a Latina, dove io Deo Gratias
scendo, sono una ventina (cioè la maggioranza) e ne salgono altri cinque-sei.
Ti avrei inviato anche una foto, se il cattivo odore fosse oggettivabile. Potrei
fotografare le pulci che questi amici portano con sé, e che abitano ormai sui
sedili e sui vetri, ma non sono in possesso di un obiettivo per la
macrofotografia. Però vi potrei mandare una foto del vomito che spesso questi
pirati della Malesia rovesciano sui sedili e per terra, capirai, aglio e birra
che consumano nel baretto della stazione ad Eur Fermi. Porci. Ma ieri non avevo
la macchina fotografica. Poi volete sentire il comportamento cafone, volgare,
prepotente, indisponente, etc. che hanno costoro, quando sono un po' brilli, e
cioé tutte le sere? Si schierano sparsi nella corriera, per stare comodi, tanto
nessuno si siede accanto a questi arbre-magique alla cipolla; figuratevi la
scena: gente in piedi e questi individui con la pelle unta e maleodorante. Tra
loro, e nei cellulari (ognuno ne è in possesso, e regola la suoneria al massimo
volume), parlano (se così si può definire il suono che sembra quello ripetuto
di una molla che scatta) ad
altissimo volume, e nessuno osa dire loro nulla. A Latina, salgono anche
cinque-sei ragazzi, che però restano indifferenti (io credo che quando una
persona ancora non lavora, può sopportare bene anche molte altre cose). Poi in
preda ai fumi della birra si mettono a cantare, si baciano, ridono,
schiamazzano.
Se un controllore chiede loro il biglietto, i più non lo hanno, e presentano
fotocopie di documenti dai caratteri in chissà che 'font'; e ridono.
Io il biglietto lo devo pagare, anche se esiste una normativa europea che
racconta (siamo nel mito) che gli invalidi sugli autobus godono della tessera ad
usufrutto gratuito; così come esiste un'altra legge(nda) che salmòdia che gli
autobus regionali non possono traspostare viaggiatori in piedi. Ha, ha, ha.
I carri bestiame in cui noi laziali siamo ammucchiati sono dello zio Giovannino
Battilamiera (come dice un compagno di sventura), che minacciava lo Stato
Italiano di cassintegrare ...ntamila operai.
Minchia, chi parla e legifera, come i politici, dovrebbe essere costretto
costituzionalmente all'uso del mezzo pubblico durante la durata del suo mandato;
sai che risate, un pirata di questi che molla una loffa all'aglio vicino al
ministro dei trasporti, o che gli vomita la birra sulle scarpe e sui calzoni,
ha, ha, ha.
Il cittadino medio, appena può, compra un'auto dal Giovannino di cui sopra, e
ci va in macchina a lavorare. Vorrei che chi cazzo parla di politiche sociali,
fabbisogno di braccia, finanziamenti agli ospiti, regolarizzazione, et caeterat,
dotasse me di e gli altri disadattati (cioè fuori dai piani del governo) di
pullmann a parte.
Dice 'Ma perché non ci vieni in treno a lavorare a Roma?', ha, ha, ha: ieri ci
ho provato, ed ho accumulato un ritardo di 40' sulla tratta Cisterna-Roma
all'andata (quanti chilometri sono? 53? La media oraria di queste carrette qual'é?),
mentre al ritorno, arrivato alla Stazione Termini, c'erano i fichissimi nuovi
cartelloni luminosi tutti con segnalazioni nulle sulle partenze, né binari, né
orari, solo le ore di probabile ritardo; e io che faccio? aspetto un'ora e mezza
per sapere quale sarà il prossimo ritardo previsto? No, no, via ad EurFermi per
il mio caro carro bestiame.
Che schifo.
E gli immigrati me li trovo pure all'ufficio Categorie Protette, in fila e
competizione con me.
Mia madre e mio padre mi insegnarono l'educazione, il rispetto, la religione,
tutti beni preziosi ed inutili in questo sistema di merda. Chi prega più al
mattino e alla sera prima di chiudere gli occhi e ringraziare Dio di averci
salvato il culo quest'oggi e pregarlo di non infartuarsi nella notte e non
schiacciarci domani con il suo possente piede? Chi mangia più con il tovagliolo
di stoffa sulle gambe, col bicchiere davanti al piatto, le posate ortogonali su
di esso, beve senza risucchio e mastica a bocca chiusa? Chi proprio rispetta le
più elementari norme di comportamento civile sulla strada?
Nessuno, ce l'ho con voi, gente non meticcia, che calpestate il sacro suolo
italiano senza pudore.
Per questo gli emigranti del Bangladesh si trovano bene, perché noi siamo come
loro, terzo mondo prossimo venturo.
E, per democrazia, estendo il discorso a tutti gli immigrati.
Ma i politici italiani, hanno studiato geografia? Sano qual'è la capitale del
Bangladesh? Quanti abitanti ha? Hanno un'idea approssimativa di quante sono un
miliardo di persone? Idioti.
Io una serie di idee precise sui mali del paese e delle possibili soluzioni
applicabili alla demografia, al lavoro, alla sanità, alla cultura,
all'educazione, alla libertà, alla giustizia, ce l'ho, ma sono personali, e che
io considero assulute, vedo però intorno a me gente a cui non si possono
applicare per la loro capoccia; figurati se sono poi laureati, immagina parlare
del sociale ad un laureato in sociologia, che 'sa'. Fanculo, andassero a
lavorare la terra. Chi cazzo fa le leggi sull'economia legata all'agricoltura,
provasse prima a tenere in piedi un'azienza agricola e a salvarsi il culo; lo
stesso vale per l'allevamento, le mucche pazze, il latte. Tu lavori e io mangio,
e se posso mangiare di più, non ti faccio nemmeno lavorare, tanto sono cazzi
tuoi.
Adesso sembra che per avere buone idee, tu debba essere: laureato con 110/110 e
lode, esperto in qualità e vincitore di un concorso pubblico. Io purtroppo sono
sono dotato di buon senso, ma senza attestato di frequenza.
La vita mi è faticosissima, ma vado avanti; sono sposato ed aspetto un bambino,
per dimostrare che il mio spirito ottimista, ma ottimista non vuol dire farsi
cacare in testa, o almeno non starsi zitto.
Dal manicomio a cielo aperto, tuo fiducioso Augusto