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IGNORANZA FINANZIARIA PREORDINATABerlinguer
ha scritto al Corriere lamentando l’assenza della musica tra le
materie più formative del ciclo di base unico che coprirà i primi
sette anni dell’istruzione. L’ex.ministro ha perfettamente ragione.
Ma mancano altre materie nel ciclo di De Mauro, materie forse più
immediatamente utili. Mancano i
primi rudimenti di finanza famigliare il cui insegnamento – così come
in tutti i paesi ex-socialisti è totalmente assente. Come si va in
rosso, come evitare le fregature in borsa,
come ottenere sconti dalle banche, come sfuggire agli usurai, le
insidie dei depositi gestiti, come far senza errori la dichiarazione dei
redditi, come cambiare al
meglio dollari ed euro,
come si opera on line su Internet, conviene la partita IVA?
ecc. ecc. Cose
elementari, dirà un lettore adulto autodidatta che le ha apprese a
fatica chiedendo lumi in banca e agli amici. Al tempo del dominio
democristiano questa assenza si spiegava sia per la totale ignoranza
della materia degli stessi ministri, sia per il tradizionale rifiuto del
Dio Mammona. L’avvento dei compagni Berlinguer e Di Mauro non ha certo
portato al vertice del
ministero persone più versate in materia finanziaria, ma in più, come
in tutti i paesi ex-socialisti, c’è dietro un rifiuto a diffondere le
conoscenze di base necessarie al progresso del capitalismo che è
rimasta la bestia nera anche
di chi dice di aver buttato alle ortiche il verbo del socialimo reale.
Forse si vuole che i poveri restino poveri e che coloro che faranno solo
la scuola d’obbligo debbano restare al tutto ignoranti su quanto
concerne il danaro e la sua amministrazione.
Probabilmente è vero quello che scrive Carlo Pelanda ossia che,
per l’alleanza del gattopardo con l’asino,
i cambiamenti vengono usati dai riformisti dell’istruzione
nazionale solo come
linguaggio cosmetico per preservare il vecchio sistema di statalismo
burocratico. Quale sorpresa, quindi, che un De Mauro si preoccupi più
del nominalismo dell’istruzione (corpo e movimento in luogo di
ginnastica) che di materie con contenuti concreti (il risparmio, la
pensione, i mutui casa, le tasse)? Un recentissimo sondaggio ci ha
appreso che la grande maggioranza degli insegnanti vota per i partiti di
sinistra. Niente di male. Ma ciò significa
anche che la grande maggioranza insegna ai nostri figli ad essere
anticapitalisti, a individuare nei ricchi gli sfruttatori del popolo ed
a mantenerli ignoranti in economia e finanza onde non siano tentati –
come i maledetti americani – ad esaltare il profitto quale metro del
successo. La conseguenza
del disegno preordinato dell’ignoranza dei giovani in tema di finanza
famigliare sarà per
l’economia italiana un ritardo ulteriore sulla via del benessere. Livio
Magnani |
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Il problema della casa
(Perché affittare un trilocale
in periferia di Milano costa ormai il 100% dello stipendio netto di
un operaio?)
L’aliquota fiscale/contributiva sui redditi da lavoro dipendente è arrivata oggi in Italia al 64-67%. Un lavoratore dipendente che costa al suo datore di lavoro 100 lire, pagati i vari contributi INPS (40%), l'IRPEF, l'IVA, l'ICI, le varie-auto, etc., riesce a consumare beni e servizi per un valore effettivo di sole 35 lire. Un prelievo fiscale e contributivo così elevato costituisce di per sè un "problema" assai grave. Ciascun bene o servizio è infatti prezzato sulla base di un costo del lavoro pari a 100, e se incorpora un’ora di lavoro altrui costa, appunto, 100. Un ora del proprio lavoro rende invece 35. Da ciò una situazione di disagio grave, diffuso, e generalizzato, per tutti gli Italiani, ai quali il prezzo di molti beni apparirà sproporzionatamente elevato rispetto alle proprie disponibilità. Si può parlare, a tutti gli effetti, di una nuova quanto subdola forma di miseria. Una miseria che riguarda in qualche modo tutti noi. La miseria di un italiano che ha un lavoro normale, uno stipendio normale, e fa fatica a vivere. Ma io, direte voi, non avverto affatto questa nuova situazione di disagio di cui qui leggo. Fatto stà che le aliquote fiscali e contributive sono state portate verso l'alto assai lentamente nell'arco degli ultimi trent'anni. E che in questi trent'anni si sono avuti, in molti settori produttivi dell'economia, cospicui incrementi di produttività. Dobbiamo oggi lavorare per ben tre ore per poter acquistare un bene che incorpori una sola ora di lavoro altrui. Fatto stà che molti beni incorporano oggi moltissime meno ore di lavoro altrui di trent'anni fà. Così che il prezzo reale relativo di molti beni, espresso ad esempio quale frazione di uno stipendio mensile netto standard, è in effetti calato. Sono calati, ad esempio, negli ultimi trent'anni, i prezzi reali relativi di lavatrici, televisori, automobili, computer etc. Questi beni si sono diffusi in fasce via via più ampie della popolazione. Tutto questo è stato puntualmente registrato e misurato dalle statistiche nazionali, ed ha generato una sensazione di benessere almeno parzialmente falsa ed illusoria. Sensazione illusoria, perchè è data dalla risultante netta di due opposte spinte. Una prima, potentissima e che spinge verso il benessere, dovuta all'incremento della produttività. Una seconda, nascosta, quasi altrettanto potente ma negativa, e che spinge verso la miseria, dovuta a prelievi fiscali/contributivi via via più elevati negli anni. Sensazione falsa, perchè non tiene conto del fatto che esiste un bene importante, la casa, la cui produzione assorbiva ed assorbe ancora oggi una quantità enorme di ore lavoro altrui. Il prezzo reale relativo raggiunto oggi dal bene casa è lo specchietto tornasole che ci consente di renderci conto di quanto nefasti possano risultare gli effetti di un aumento della pressione fiscale/contributiva nel tempo, di per sè. Ricordo come nel 1970 lo stipendio iniziale di un impiegato alle poste fosse di circa 180.000 lire di allora. E come l'affitto comprensivo di spese di un trilocale in periferia di Milano ammontasse a 55-60.000 lire. Prezzo reale relativo di quell'appartamento nel 1970: poco meno di un terzo dello stipendio. Oggi lo stipendio iniziale di un postale ha raggiunto, forse, i due milioni di lire, undici volte quanto nel 1970. Lo stesso appartamento non si può però oggi affittare per meno di 1.500.000 lire, venticinque volte tanto. Per un prezzo reale relativo che ha tragicamente raggiunto almeno i 3/4 dello stesso stipendio. Ricordo come negli anni 60 i lavoratori si spostassero dal sud al nord in cerca di lavoro senza alcun problema. Oggi la stessa mobilità è frenata dal problema casa. Problema casa che abbiamo visto in realtà non essere altro che un problema dovuto alle differenze fra redditi lordi e redditi netti, ovvero un problema di prelievo fiscale/contributivo eccessivo. Samuel
Magiar
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IMPORTANTE .....DA DELTAVIAGGI!!!!! |
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Egregio professor Pelanda , sono Carlo , le ho già scritto un paio di volte in merito a modelli scandinavi e sistema sanitario.
Ho letto sul giornale di qualche mese fa (la
Repubblica ) , che qualche mese fa , negli Stati Uniti , nel centro
dell'impero, avevano fatto un sondaggio su quanto i cittadini americani
considerassero influenti le aziende private nella loro vita : più del
settanta per cento degli intervistati ammise che le multinazionali
avevano una presenza eccessiva nella loro esistenza.
Esiste al giorno d'oggi un movimento di
pensiero , (paradossalmente alimentato da molti studiosi americani come
Rifkin o Sennet) che individua nelle attuali multinazionali dei futuri
pericoli per la democrazia e che presto diventeranno delle
oligarchie industriali. Questi studiosi progressisti asseriscono anche
che le attuali leggi del marketing non rispondono più da molto tempo alle
leggi del mercato di Adam Smith : non è più la domanda che genera
l'offerta ma l'offerta che con astute strategie di marketing fa crescere
artificialmente una domanda altrimenti inesistente.
Non le sembra uno scenario possibile? Non
trova strano il fatto che fin quando la libertà
individuale è minacciata dallo stato voi intellettuali liberali e
liberisti gridate (giustamente) al liberticidio ma quando questa stessa
libertà è minacciata dalla Microsoft o dalla Crysler , i cui consigli
d'amministrazione sono aperti e democratici tanto quanto i soviet
supremi dell'ex U.R.S.S. , allora il pericolo non sussiste. E se crede
che sto esagerando , si ricordi come le tre grandi dell'auto americane ,
cinquant'anni fa, hanno boicottato l'industriale Tucker che con la
sua macchina innovativa le avrebbe sepolte , in um mercato veramente
libero. O come stanno boicottando al giorno d'oggi la macchina elettrica
oppure le aziende di detersivi che boicottano l'uscita sul mercato della
lavatrice a ultrasuoni , molto più ecologica ed efficace di quelle
attuali, ma che manderebbe in crisi il loro mercato.
Arrivederci , suo Carlo.
E-mail : skidra84@hotmail.com
.
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Caro Carlo, il liberalismo economico non
vuole un mercato sregolato. Così come combatte lo statalismo, lotta
contro i monopoli, i protezionismi. Non bisogna fare confusione tra
anarco-capitalismo e liberismo razionale. Il secondo chiama
istituzioni fortissime che tutelino la libertà di concorrenza e la
parità di condizioni per i soggeti del mercato. Detto questo, nel
concreto esistono sempre tendenze naturali al monopolio da parte dei
soiggetti economici forti che, in effetti, allarmano. Ma non si
tratta di un "complotto" nè tantomeno di un male curabile con
ricette "contro il mercato". Suo Carlo Pelanda
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Il giuramento di fedeltà all’Italia (di Gian CarloColombo) I nostri Governi chiedono, e lo fece anche il Presidente Pertini, non una sottomissione ma una prova di fedeltà ai Savoia, i quali, per altro verso, hanno diritto a rientrare, perché una democrazia non si può permettere liste di proscrizione di stile dittatoriale, ed anche perché il Trattato di Schengen, concede a tutti i cittadini europei, nessuno escluso, il diritto alla libera e piena circolazione nel territorio dell’UE. Inoltre Vittorio Emanuele non aveva al
momento dell’esilio l’età della ragione, avendo solo 9 anni e
tantomeno il figlio che è nato in esilio, e quindi non sono responsabili
del passato della loro famiglia. Quello
che i Savoia non riescono fare proprio è la faccenda del giuramento e del
valore estremamente importante, simbolico e onorifico di questo atto. E’ un grande onore giurare fedeltà
all’Italia, sia come soldato semplice o come ufficiale, e la
Costituzione art.1, su cui dovrebbero giurare i Savoia, comincia con una
parola seria e sacra: ITALIA. Giurare fedeltà al Paese Italia è un onore per tutti, quale che sia la forma giuridica, se repubblica o se monarchia. Per l’Italia hanno giurato tanti martiri, avendo indossato la nostra divisa, per liberare regioni italiane sotto dominio dell’aquila austriaca: Cesare Battisti, Fabio Filzi, Nazario Sauro, Guglielmo Oberdan, ad esempio, della prima guerra mondiale. Per l’Italia sono morti, in quella guerra, 600.000 soldati e ufficiali; sono stati decorati al V.M. tanti cittadini italiani fra cui in gran numero quelli di religione ebraica, quelli stessi a cui le malfamate leggi razziali e fasciste del 1938 tolsero il diritto di portare il segno del loro valore. Quanti, avendo giurato fedeltà alla
Patria nella seconda guerra mondiale, sono morti o in battaglia o in
prigionia? Ne ricordo uno per tutti: Olimpionico di spada a Berlino, il
Capitano Silvano Abba cadde alla testa del suo reparto del Savoia
Cavalleria nella vittoriosa carica italiana ad Isbuschenskij, contro le
preponderanti difese sovietiche. Quanti non hanno voluto tradire il loro
giuramento di fedeltà al Paese, dopo l’otto settembre sono rimasti
prigionieri nelle prigioni tedesche? Quanti sono morti a Cefalonia, in
mare, in Africa del Nord, quanti combattendo nel ricostituito esercito
italiano? Ebbene tutti questi italiani, decorati
o meno, conosciuti o
dimenticati, un valore avevano in comune: il
giuramento alla Patria chiesto da Casa Savoia. L’Italia
di oggi, chiedendo un giuramento, chiede ai discendenti Savoia quello che
i loro avi hanno chiesto ed avuto dal nostro Paese: non vedo quale
difficoltà ci sia per persone che dicono di amare il Paese di origine. Io,
al posto loro ringrazierei dell’onore che mi viene concesso, il resto
sono pruderies o infantilismi che non hanno ragione di esistere. Otto d’Asburgo, eurodeputato per la CSU bavarese, è stato il miglior difensore dei diritti austriaci ad entrare in Europa e addirittura la sua popolarità è tale che a precedenti elezioni per la presidenza austriaca venne “pregato” di non presentarsi, perché …. sarebbe stato sicuramente eletto e l’Austria ci avrebbe potuto fare una bruttissima figura, dimostrando di dover persino ricorrere al nipote del Kaiser cacciato alla fine della prima guerra mondiale per avere un presidente della repubblica. Dimostri Casa Savoia di amare l’Italia e giuri come tanti ragazzi e ragazze oggi giurano fedeltà: avere nel portatile di Vittorio Emanuele la musica di Fratelli d’Italia dovrebbe ricordare a lui la prima parola: Fratelli, appunto. Jean
Valjean giurò a suo tempo come aviere e come ufficiale…. e come
fratello.
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Carissimo Profesore
aprofitto di questo spazio per pubblicare
una mia protesta.
Sono molto arrabbiato con la classe
dirigente che ci governa. La ritengo la negazione dell'uguaglianza tra
cittadini.
Non è tollerabile che al popolo
dei centri sociali sia permesso tutto!!
Essi possono protestare, picchiare, rompere
vetrine, fare danne alle cose altrui e rimanre completamente impuniti.
Non è tollerabile che un partito politico
(Rifondazione Comunista) li difenda e li istighi a continuare.
è bastata l'appartenenza di un pazzo (non
ricordo il nome ma si tratta del "personaggio" che si è fatto
esplodere la bomba in mano davanti alla sede del Manifesto) per far
scattare indagini a tappeto sul movimento Forza Nuova. Non so se Forza
Nuova sia eversiva e spetta alle autorità appurarlo ma Perchè non
andiamo ad indagare nei centri sociali?
Sappiamo che Lì gira ogni forma di droga,
sappiamo che Lì la legalità dello stato viene Irrisa e violata. Sono
stupidi, forse, tutti quei cittadini che la rispettano?
recentemente a Rovigo (la settimana scorsa),
si sono esibiti i "99Posse". Sono diventati famosi grazie ad
un videoclip nel quale si evidenziava una banda che picchiava e urlava
contro la polizia; famosi percheè durante i loro concerti istigano il
popolo dei loro seguaci col "Dagli al poliziotto!" la polizia
o i carabinieri, e lo stato in genere, quando ti infligge infligge una
sanzione, non è simpatico a nessuno ma, LE LEGGI VANNO RISPETTATE!.
Gli squatter che costringono a Blindare un
incontro al vertice tra Italia e Francia sono da reprimere. è giusto
manifestare le proprie idee e, la possibilità per tutti di farlo, è
indice di libertà ma VA MANIFESTATA CIVILMENTE E COL RISPETTO DEGLI
ALTRI!. che fa lo Stato Italiano? minimizza e .... scorda.
protestano contro la Torino-Lione? MA COSA
VOGLIONO? Non vogliono gli aeroprti, non vogliono le ferrovie, non
vogliono le autostrade. Qualcuno ha il coraggio di spiegargli che il
medioevo è finito da tempo?
La rivoluzione liberale alla quale vogliamo
arrivare deve portare anche al RISPETTO DEI DIRITTI DI TUTTI SENZA
LEDERE QUELLO DEGLI ALTRI.
saluti
Antonio Monesi
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