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Egregio dott. Carlo Pelanda,
sono un lettore de Il Giornale ed è la
prima volta che scrivo ad un giornale, anche se in questo caso più
precisamente sto scirvendo al Suo sito. Stavolta mi ha indotto la sua
riflessione, in calce all'articolo pubblicato sabato 16 settembre, a
proposito dell'utilizzo dell'idrogeno.
Ogni giorno il cittadino è torturato
dalle dichiarazione sempre più allarmanti sulla salita del greggio, non
se ne può davvero più. Aumenta l'inflazione, un inverno di rincari e
così via prevedendo.
Mi chiedo: E' possibile che una classe
politica dirigente, onesta, responsabile, preoccupata per il benessere
dei propri concittadini, non riesca a spingere l'acceleratore verso
nuove fonti di energia, che ci possano definitivamente liberare dal
ricatto di un manipolo di farisei senza scrupoli, integralisti e sempre
sul piede di guerra?
La Sua riflessione, ha coinciso, mi
permetta, con la mia che avevo fatto da tempo. Oltretutto, recentemente,
all'esposizione di Hannover, è stato mostrato un prototipo di
automobile ad idrogeno con un'autonomia di circa 700 Km ed una capacità
di viaggiare a 150-160 Kmh. Il pieno di acqua distillata costa non più
di 400 lire. La diseconomia prodotta? Sicuramente inferiore ai danni
prodotti dal petrolio.
Allora, per concludere, anche i mass
media dovrebbero fare più inchieste in questa materia, e Voi del
Giornale ne siete sicuramente un esempio, e lanciare forte il segnale di
stanchezza dei cittadini, i quali si chiedono perchè alcune tecnologie,
conosciute da decenni, non vengono sviluppate ed utilizzate? Viene il
dubbio che con l'acqua distillata lo Stato andrebbe in bancarotta!
Infine mi chiedo, dove sono finiti quei ...mila miliardi di ricavi in più
derivati dall'aumento del greggio? Perchè nel fomoso bous fiscale non
ci mettono pure quelli?
Scusandomi per queste mie banali
riflessioni Le porgo i migliori saluti. Marco Pellegrini
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