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31/08/2000
Egregio Professore,
                             accolgo il suo invito di inserire tra i messaggi pubblici la vicenda di colui che ho battezzato come la "fortezza blu". Per ovvi motivi di riservatezza non firmerò la lettera e cercherò di rendere il meno possibile riconoscibile il protagonista della vicenda.
  A mio avviso si tratta di una lezione di stato sociale nella maniera in cui senz'altro viene intesa da lei e dai suoi estimatori; chi sa provvedere a se stesso senza aspettarsi la manna dal cielo non è un peso per gli altri e con moltissime probabilità è in grado di promuovere il benessere altrui. Questa credo sia l'essenza della rivoluzione blu. Non più gregge a cui l'elitè illuminata indica la strada maestra,  ma ognuno di noi apripista in grado di percorrere per se per gli altri infiniti  e nuovi cammini.
 
Circa un mese fa un mio amico perde una gamba in un sinistro stradale: sala di rianimazione, quattro interventi chirurgigi.Ieri lo chiamo per avere notizie, a sette giorni dall'ultima operazione ed il giorno dopo la dimissione, senza che fosse necessario ,era già nella sua piccola azienda a  rendersi utile anche manualmente, per quello che gli era possibile, seduto sulla carrozzina che aveva comperato senza aspettare l'arrivo di quella che la USL gli avrebbe fornito. Che differenza con tanti giovani iscritti alle liste di disoccupazione ,che ciondolano al bar con tanto di cellulare, auto ed occhiali da sole griffati che non accettano una paga doppia per raccogliere la frutta perchè "oggi fa caldo".!
Se Lei ha coniato l'espressione di bandiere blu questo signore,che ha fatto cose enormi nel mondo del volontariato, è senz'altro una fortezza blu, una nazione che che conta di questi cittadini ha ancora grandi riserve di ricchezza da mettere al servizio di tutti.
Distinti saluti
P.B.