14/01/2001

    Gentile Signor Pelanda,
  da quando l'ho scoperto, ho letteralmente "saccheggiato" il
suo sito leggendomi tutti  gli articoli di politica estera, della quale sono un grande
appassionato: molte delle sue riflessioni e delle sue conclusioni sono, da tempo, anche
le mie, ma alcune delle sue considerazioni non mi trovano completamente d'accordo.
Do per scontate varie premesse che comunque lei conosce bene
perchè sono le stesse dei suoi ragionamenti e salto al punto:
non credo al "ricatto tecnologico" USA verso l'Europa:
secondo me lo Scudo Antimissile (APMB) è una "carta truccata" come già le Guerre Stellari di
Reagan.

Si basa sull'ipotesi di minaccie in astratto possibili ma in
pratica assai difficilmente attuabili da qualsiasi Stato o Organizzazione: la Cina è "cattiva" ma saggia, gli arabi integralisti ma
succubi, le mafie se ne fregano, Bin Laden sa che è più efficacie il terrorismo a
"bassa intensità" senza follie da film hollywoodiano...
In sintesi, chi vorrebbe attaccare gli USA in grande stile
(senza essere prima bruciati
 dal controspionaggio?) è troppo debole e/o stupido, chi
potrebbe/potrà è troppo saggio.

Questo per la parte "politica".
 Credo poi che anche tecnicamente lo Scudo sia un buco
nell'acqua: ho seguito la vicenda  su riviste specializzate lette in biblioteca d'Aeronautica a
Milano e pare che a tutt'oggi gli esperimenti siano sostanzialmente fallimentari
e con scarse possibilità di miglioramento (anche in 10 anni), vista l'estrema
complessità del problema di centrare un razzo con un'altro missile...

 Di vero, in tutta questa storia, ci sono, ora, solo i milioni
di dollari elargiti a Boeing, Lockheed-Martin & co.: insomma, sussidi pubblici
surrettizi: e poi hanno il viso di metterci in croce perché l'A380 ha anche
finanziamenti statali!
Faccio notare che, nato da poco il progetto APMB, è stato
tagliato quello degli aerei ipersonici, finanziato per ben 10 anni e che voleva avere dei
diretti ritorni commerciali...dove sta il trucco?
Infine, di tutto questo gli americani sono ben consci, visto
che sulle "loro" riviste non perdono occasione di fare le buccie ad Airbus Industrie,
male organizzata, semi-statale, lanciata in progetti di inutile "grandeur" (A380)...è invece
essenziale realizzare quest'aereo, per poter domani costruire i grandi cargo
militari a lunghissimo raggio.

Insomma, io non credo che il divario tecnologico (militare)
sia così grande: manca invece la capacità (intellettuale) di organizzare e guidare
forze armate di raggio intercontinentale...speriamo che arrivi presto una guida
politica unitaria e che
basti a riparare a questa mancanza.

Lei cosa ne pensa?

Mi scusi per la lunghezza eccessiva e per la prova un po'
libera...ho cercato di sintetizzare;

              cordialmente suo,

              Giovanni Briganti