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Carlo A. Pelanda
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Lettere a CP del 2020

8/11/2020

Se avrà modo di leggerla, qui sotto una mia breve considerazione.


E che le destre diventino più furbe.

Parto dalla conclusione e fulcro del suo articolo pubblicato oggi, domenica 8 Novembre su La Verità. A tal riguardo chi abbiamo attualmente ai vertici di rappresentanza dei partiti di destra / centro- destra è VERAMENTE il meglio che si può esprimere? Come bisogna agire a livello territoriale in modo tale da avere un’organizzazione più radicata ed efficace?

La caratura dei vari Salvini, Meloni e Tajani (?) non è tale da potersi proporre come colonna portante del paese, in aggiunta le loro seconde e terze linee sembrano avere ancor meno spessore politico. Tante buone iniziative, proposte manifestazioni in piazza per cercare di cavalcare quel malessere generale attualmente in corso, ma nulla di strategicamente finalizzato alla loro salita al potere. Mi sono avvicinato a questi aspetti e ho potuto vivere in prima persona quello che sono i circoli di Fratelli d’Italia che si stanno consolidando in vari comuni. Sicuramente un’iniziativa positiva, se vogliamo agli albori, ma che difficilmente porterà ad una solida e proficua diffusione sul territorio dei loro ideali e idee politiche tale da poter superare l’efficacia organizzativa delle sinistre. Questo sarà reso ancor più complesso fintantoché dovremo convivere con la paura atavica per eccellenza che spaventa l’uomo, e cioè la paura di ammalarsi e morie. Queste circostanze non faranno altro che dilatare ancor di più i tempi per una reale risalita di chi ora è all’opposizione.

La politica è cosa molto seria, i molti anni di militanza nel partito non dovrebbero essere il requisito principale o addirittura unico per arrogarsi il diritto a guidarlo. È è estremamente necessario avere persone con anni di esperienza professionale alle spalle, gente che ha lavorato che sa cosa significa alzarsi presto al mattino per portare a casa la pagnotta alla sera. Gente che non sia invischiata nei soliti circoli elitari o di alta borghesia dove vi si accede soltanto per eredità del cognome. Sarà mai possibile qualcosa di diverso? Ne dubito fortemente. Anche perché come potuto constatare in America, un uomo solo contro tutti può fare ben poco, chiunque esso sia.


Ho un QUESITO finale: ammettiamo che esiste una persona relativamente giovane, passati i trenta, purtroppo poco votata all’eloquio spontaneo, che non ha mai partecipato attivamente alla vita politica se non come semplice “auditore” o poco più e aggiungiamo il fatto che desidera dare il suo contributo in maniera significativa al suo Paese perché ne ha tutte le potenzialità (asserzione derivata da un’attenta analisi delle personalità che ricoprono certe cariche). Cosa dovrebbe fare questa persona per dare un contributo importante?


Grazie


Cordiali saluti

Mattia Pavanetto

8/11/2020

Buonasera


I difetti di una democrazia incompiuta
I difetti di una democrazia incompiuta, come quella italiana, derivano dal fatto che i meccanismi comiziali, referendari e simili, fanno confluire tutto l’esercizio del potere nelle organizzazioni di Partito, con il risultato che queste, considerando le risorse pubbliche "cosa loro", violano ogni criterio di oculata amministrazione e saccheggiano le risorse erariali per mezzo di una “legislazione domestica” finalizzata al conseguimento di privilegi, in patente contrasto con i principi di una democrazia definita "popolare".
Tale fenomeno degenerativo, figlio di una maliziosa interpretazione dell'articolo 67 della vigente Costituzione, permette ai parlamentari di esercitare la funzione legislativa senza vincolo di mandato, ivi compresa quella degli atti autoreferenziali; cioè di quegli atti che riguardano le loro persone, quali il trattamento economico e previdenziale e gli altri innumerevoli privilegi che si sono attribuiti spesso in sedute notturne, furtim.
La miseria di tale interpretazione rivela tutta la malattia di un sistema politico monopolistico, degenerativo, che rinsalda e perpetua il consociativismo tra le oligarchie di partito maggioritarie e le consorelle minoritarie, assicurando ai beneficiari tutta una serie di privilegi, degni di un regime monarchico assolutista.
A tale danno materiale deve aggiungersi quello morale per la caduta verticale di quelle autentiche idealità capaci di dare senso e significato alle finalità etiche di cui ha bisogno una Comunità Civile; così, permanendo i vecchi vizi, le oligarchie dei partiti, in perfetto accordo, hanno ridotto a mera parvenza la rappresentatività elettiva, degradandone le idealità fino alla mercificazione, il cui cancro ha invaso tutta la società civile.
In tale incresciosa situazione, foriera di derive populiste, appare necessario sperimentare un nuovo procedimento introducendo il principio della partecipazione nell'amministrazione della Cosa Pubblica di cittadini non inclini a irreggimentarsi nelle congreghe di partito ma interessati ad assicurarne legalità, efficienza ed economicità; in concreto, un sistema di selezione "qualitativa-selettiva", finalizzata ad impedire, per quanto possibile, che i politici di mestiere possano continuare ad alimentare il loro delirio predatorio.
Del resto, è utile ricordare che nel nostro ordinamento istituzionale i Partiti sono semplici Associazioni di fatto, informi ed evanescenti ai fini di una qualsiasi assunzione di responsabilità; mancano, quindi, di quei requisiti che solo l'erezione a persone giuridiche può assicurare (come del resto era stabilito nel Codice del 1865).
Come rilevato da Francesco Leoni: La Storia dei partiti politici Italiani” Ist. Ed. del Mediterraneo 1966, pag. 281, tali Associazioni di fatto, "pur essendo strumenti determinanti nella vita sociale, tuttavia non risultano considerati come un fenomeno giuridicamente rilevante ma mere manifestazioni sociali a cui il legislatore dedica un interesse appena marginale."
E tale qualifica non li offende, anzi! In buona compagnia con i Sindacati, sono lieti di essere considerati alla stregua di squadrette calcistiche di borgata per poter godere della massima irresponsabilità, sia nella organizzazione interna che nell’amministrazione degli ingenti patrimoni accumulati fuori da ogni controllo.
L'illiceità degli atti a contenuto autoreferenziale comporterebbe la declaratoria della loro nullità, già certificata da un referendum abrogativo, e l'obbligo di restituzione delle somme intascate dai beneficiari, oltre al giusto risarcimento dei danni, materiali e morali, arrecati alla Comunità; trattasi, infatti, di un "damnum iniura datum – danno inferto con offesa (data la consapevolezza dell'illiceità del comportamento).
Sull'argomento è d'obbligo ricordare la normativa sui profitti di regime emanata a carico di coloro che si erano arricchiti durante il ventennio fascista (vds. d.l.l. 27 luglio 1944 n. 159 ed il successivo d.l.l. 26 marzo 1945 n. 134)

Francesco Carlo BIANCA

4/10/2020

Mette di buon umore leggere al mattino che non si sono tutti appiattiti sulle false emergenze climatiche.
Le "nostre" emergenze , le emergenze del nostro Paese sono tutt’altro di quanto ci viene imposto da una classe politica, spero, incompetente.
Certamente il dissesto idrogeologico, la depurazione delle acque, una politica razionale per i rifiuti speciali e no. Invece dobbiamo subire questa litania della CO2 e le pseudo soluzioni come l’elettrificazione del parco auto.
Grazie,
Buona giornata

Marco Ciotti

20/8/2020

Egregio professor Pelanda salve!

Faccio seguito a un nostro primo contatto col quale convenni con lei nel definire l'attuale Cina nazista. Per preservare l'Europa dalla egemonia cinese, ravvedo du fondamentali percorsi:
1) una Russia democratizzata che si avvicini sempre più a U E.
2) colonizzazione della Siberia, area sottopopolata, a cura della Russia in collaborazione con UE. Terra ricchissima e coltivabile sempre più a seguito modifica del clima. Una mossa strategica potrebbe essere un accordo di colonizzazione siberiana Russia-India. India ricca di popolazione anche qualificata e naturale barriera all'espansionismo cinese.
Cosa be pensa?
Mi vuole tenere aggiornato su sue iniziative e analisi in merito?
Grazie!

Miro Capitaneo
Milano

2/8/2020

Egregio Carlo Pelanda! Io elettore di centrosinistra e da sempre interessato alla geopolitica mi riconosco completamente nella sua analisi di oggi a pagina 13 de La Verità. Io stesso in ambito centrosinistra ( incompreso) definisco "nazista" o nazionalcomunista l'attuale regime cinese.
Come Hitler aveva intelligentemente cooptato i grandi imprenditori nel partito unico, lo stesso sta facendo furbescamente Xi Jinping. E così i grandi imprenditori cinesi, oltre a mandare i figli nelle migliori università
americane, fanno man bassa di ricerche e brevetti tramite i milioni di iscritti al partito e i militari. L'artista Ai Wei Wei ha lanciato l'allarme: sostenete i giovani di Hong Kong,
la loro battaglia è a difesa anche delle nostre democrazie.
Gradirei stare con Lei in contatto su questi temi che da sempre mi appassionano.
Grazie per l'attenzione.

Miro Capitaneo

19/7/2020

Caro Collega,
solo per ringraziarla del Suo bellissimo articolo su La Verità di oggi: mi ha colpito molto, essendo profondamente veneto (e l'amore per le nostre terre che Lei ha dichiarato non essere parte del Suo articolo traspare comunque dalle Sue parole), di famiglia feltrino-asolana. La ringrazio inoltre di quando di scritto da Lei ho potuto leggere nel corso degli anni, dal Giornale a Libero fino ai nostri giorni, su La Verità. La ringrazio dunque di avermi accompagnato per tanti anni e La saluto con viva cordialità,

prof. Antonio Filippin
Università di Roma "Tor Vergata"
Fondamenti di Glottologia e Linguistica
Storia e Geografia Lingistica dell'Europa
Filologia Slava

19/7/2020

Volevo ringraziarLa per la lucidità e serenità con cui Lei ha espresso la realtà del Veneto. Mi ferisce ancora chi la pensa come un popolo di ubriaconi e puttanieri e non di lavoratori e gente seria. Le ferite della sua Trieste dal 45 in poi poco interessano al resto dell’Italia e soprattutto alla diaspora dei dalmati. Io come veneto sento ancora l’amarezza dei triestini quando ne parlavano. Un abbraccio sincero e grazie per l’articolo.
Rossi Cipriano

31/3/2020

Buongiorno professore sono un cittadino comune di quasi 60 anni che legge i giornali e ascolta i telegiornali tutti i giorni da quando ne aveva 13. Leggo sempre i suoi articoli sull’Arena di Verona. In merito agli auspicati aiuti dell’Europa, Eurobond, ecc. come mai nessun intellettuale, giornalista, economista dice quello che tutte le persone che ragionano con la propria testa sanno benissimo e cioè che i paesi del nord europa non vogliono fare la fine del nord Italia che da 150 anni versa annualmente un mucchio di miliardi alle regioni del sud Italia e sappiamo in cambio cosa ha ottenuto (truffe, mafia, approfittamenti della classe politica, spaccio di droga, delinquenza, rapimenti in passato, dipendenti pubblici mediocri e assenteisti estesi in tutta la nazione, conduttori televisivi e showman arroganti e che mi stanno sui nervi solo a vederli, ecc.). E’ la dimostrazione che i soldi a fondo perduto non sono la soluzione per risollevare un popolo, o almeno non lo sono per il sud Europa a causa della sua mentalità e cultura secolare. I governanti tedeschi e del nord Europa hanno più rispetto dei soldi dei loro contribuenti e delle fatiche che hanno fatto per produrli, molto di più di quanto ne abbiano avuto i politici del nord Italia, perché la colpa della situazione in cui si trova il nostro stato (debito pubblico in primis) non è della gente o dei politici del Sud ma al 100% solamente di quelli del nord Italia che hanno svenduto da 150 anni gli interessi e la cultura della loro gente. Spero che imparino dal quelli del nord Europa e che gli intellettuali del nord comincino a dire la verità mentre mi pare che anche nell’Italia di oggi ci sono i tabù come ai tempi del medioevo o del fascismo. Grazie della Sua attenzione e complimenti peri Suoi articoli.

Luigi

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