Dal quotidiano LA STAMPA - pagina cultura e spettacoli - Giovedì 31 maggio 2001

Metti l'"eurocaos" nel mercato libero - di Stefano Lepri

Il miglior regalo che i liberisti possono fare ai loro nemici è lasciare il mercato mondiale senza regola. Da questo  paradosso solo apparente, e invece assai significativo in vista del prossimo G-8 di Genova, partono Paolo Savona e Carlo Pelanda: due "liberisti ruminanti", secondo la loro fantasiosa auto-definizione, ossia diffidenti delle mode, inclini piuttosto a meditare sul significato che esse nascondono. Un buon mercato ben regolato, "che non si ritorca contro" gli  assetti democratici che lo sorreggono".  Che il capitalismo globalizzato vada incanalato in valide regole internazionali è  ormai opinione diffusa, per lo più accompagnata dall'altrettanto diffuso luogo comune del declino dello Stato-nazione. Sta proprio qui il punto , dicono i due economisti - Pelanda insegna all'università americana della Georgia , Savona alla Luiss di Roma - perché invece lo Stato nazione resta il caposaldo della democrazia. Solo attraerso gli Stati nazionali i cittadini possono "dire la loro" sugli affari del mondo; l'attuale "vuoto politico" in cui avanza la globalizzazione dà invece loro l'impressione di non poter incidere  su ciò che avviene, e rischia di causare instabilità in diverse forme: crisi finanziarie e rivolte sociali nei Paesi emergenti, forme nuove di conflitto sociale nei Paesei ricchi, ancora nazionalismi, risorgenti protezionismi, disastri ecologici.   Da questa impostazione che nel gergo europeista si direbbe rigorosamente "intergovernativa" parte un visionario accumulo di progetti per il futuro buon ordine del mondo, dove si trovano perfino tre paginette di scherzose fantastoria (dove si apprende che il XXI secolo vide la catastrofe di una Terza guerra mondiale combattuta con armi batteriologiche). Seriamente, il filo conduttore è l'alleanza fra Stato e mercato, l'idea-forza è una Costituzione mondiale che la sancisca, stesa da una apposita assemblea costituente planetaria. Per la gestione ordinata del mondo uno dei rischi maggiori è l'unilateralismo americano: ma i due autori sperano che ai posti di comando di Washington questa tendenza non prevalga.

 Per porre fine all"eurocaos"dal nostro continente la direzione di marcia indicata tenta di perfezionare gli orientamenti francesi: con in più la proposta ardita , e sicuramente controversa, di una Banca centrale europea senza centro, con alla testa un consiglio formato soltanto dai governatori delle banche centrali nazionali che elegge il proprio presidente. E poi aprire il G-7\-8 a qualche ampliamento (Cina, India, Brasile), riforma della Wto e del Fondo monetario, una Corte suprema dell'economia  globale per dirimere i conflitti, possibilità di sospendere la sovranità dei Paesi poverissimi che non riescono a governarsi, un'istituzione per la tutela ecologica del pianeta di cui è pronto anche il nome, la parola -sigla "Home"…Insomma, Savona e Pelanda sono autoironicamente d'accordo con George Bernard Shaw che il mondo va governato dai saggi, ma progredisce con idee da pazzi.