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Carlo Pelanda: 2017-8-11Milano Finanza e Italia Oggi

2017-8-11

11/8/2017

Questione coreana: congelamento a breve ma scoppio a lungo

Il regime nordcoreano sta attuando una strategia razionale, in base ai propri interessi. Tutti gli attori coinvolti, pur meno Seoul e Tokyo, vedono un vantaggio nel mantenere un equilibrio del terrore nell’area. Kim Jon Un difende la continuità del proprio regime massimizzando nemicizzazione e dissuasione. Pechino ha la priorità di impedire la riunificazione delle due coree e per questo sostiene Pyongyang pur avendo un limitato potere condizionante su di essa. L’America ha il medesimo interesse per giustificare la sua presenza nell’area in veste di garante per gli alleati e in funzione anticinese nonché per vendere sistemi antimissile altrimenti con meno domanda. Così come l’ha la Russia, che inizialmente aiutò la formazione della capacità nucleare nordcoreana per deterrenza anche contro la Cina, e forse ancora lo sta facendo per predisporre un proxy nel confronto con gli Stati Uniti e per non perdere influenza nell’area.  Pertanto la probabilità che in quel teatro succedano eventi bellici con impatto destabilizzante globale è bassa nel breve-medio termine. Potrebbe, tuttavia, aumentare nel medio - lungo o per errori in una situazione di elevata tensione continua o per volontà di qualche potenza di utilizzare strumentalmente il regime nordcoreano. Tutti gli attori coinvolti stanno consolidando l’equilibrio del terrore. Questa postura potrà congelare lo scenario per un po’, ma non ridurre il rischio prospettico. Pertanto la scenaristica che serve l’interesse della stabilità globale è di fronte al dilemma se scegliere il realismo pragmatico o strategico. Nel primo caso la strategia è congelare e rimandare il rischio nel tempo. Nel secondo, invece, è eliminare il rischio ora per evitare che aumenti e si attualizzi nel futuro. Certamente il pensiero politico statunitense è alle prese con questo dilemma e ciò giustifica l’apparente indecisione. Probabilmente lo è anche il pensiero cinese anche se ha scelto temporaneamente di sostenere kim Jon Un perché i missili nordcoreani colpirebbero Pechino in pochi minuti, quindi non abbattibili, e ciò frena un cambiamento di regime, concordato con l’America, che metta una Corea del Nord più tranquilla sotto controllo cinese, considerando che la Russia non vuole perdere l’influenza su Pyongyang utile nelle relazioni con Cina, America e Giappone. In conclusione, la scelta del realismo pragmatico appare la più probabile e ciò comporta il congelamento del teatro nel breve-medio termine, ma anche il suo riscaldamento e scoppio in prospettiva. Il mercato può stare tranquillo per un po’, ma non per molto.     

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