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Carlo A. Pelanda
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Carlo Pelanda: 2007-2-26il Giornale

2007-2-26

26/2/2007

Il vento

Il problema non è nella mostruosità politica chiamata Unione che vuole governare con contenuti fuori dal buon senso e senza una maggioranza. Il problema siamo noi: un centrodestra che si è sfilacciato e che non riesce ad organizzarsi per nuove elezioni, forzandole. Sentite che sia ora di risolvere la questione? Bene, allora parliamoci chiaro.

Una forza politica si aggrega e diventa attiva definendo un leader, simbolo di coesione e mobilitazione per tutti i partecipanti. Ora,  non domani o dopo, dobbiamo decidere chi sarà il leader della coalizione delle libertà. Perché senza tale determinazione non vi sarà l’alternativa alla sinistra e la pressione sufficiente per sbatterla giù. Se vi fa ridere che usi il “noi” collettivo astenetevi. Da un lato è vero che siamo plebe che conta poco nelle decisioni dei partiti, ma, dall’altro, quando in tanti ci muoviamo creiamo il vento. Ed il politico che vuole navigare deve per forza alzare vela per intercettarlo ed andare nelle stessa direzione. Ora è il momento di esercitare tale potere decidendo quale direzione dare al vento. Basterebbe rumoreggiare di più per ribadire che Berlusconi è il solo leader in grado di compattare il centrodestra e farlo vincere? Purtroppo tale verità  non basta. Casini non concede più la leadership a Berlusconi perché vorrebbe ottenerla lui e prende tempo sperando che con il passare degli anni l’età ne riduca la competitività. Ormai Casini ha detto e fatto troppe cose per poter rientrare nell’alveo precedente senza perdere la faccia. C’è un modo per sbloccare questa impasse? Certo che c’è. Se Berlusconi e Fini fondessero i rispettivi partiti, ormai ideologicamente senza grandi differenze dopo la modernizzazione attuata dal secondo, ne formerebbero uno che, sulla carta, avrebbe un potenziale di almeno il 40% dei voti sul piano nazionale. La massa di tale Partito delle libertà sarebbe tale da costringere gli altri del centrodestra o a fondersi anch’essi o a stilare dei contratti elettorali per non restare isolati tra destra e sinistra e, soprattutto, per evitare fughe di elettorato attratto dal soggetto più grande. Per questo motivo sia Bossi sia Casini si sono sempre opposti al partito unitario. Fini è disposto a farlo e va riconosciuto il grande coraggio di questo leader. Berlusconi anche, ma viene frenato da Bossi. Ed il partito unitario non si sta facendo. Qui dobbiamo intervenire noi, il vento, per far sentire la pressione, positiva, a Berlusconi e Fini. E per far percepire a Bossi che gli vogliamo bene, che nel contratto specifico con lui vi sarà il pieno rispetto degli obiettivi della Lega anche perché sono di sacrosanta libertà, ma che non accetteremo il suo stop alla formazione del partito unitario che è l’unico strumento serio per riorganizzarci, rilanciare la leadership di Berlusconi e toglierci dai piedi i maledetti comunisti. E Casini? Formato il gigante del centrodestra potrà farvi parte o siglare un contratto senza perdere la faccia perché le proporzioni sarebbero tali da renderlo inevitabile e quindi realistico. Se soffiamo sul partito unitario alzeremo nuovamente un leader che sappiamo ancora capace di esserlo. Turbine, eccitazione, noi il vento.  

(c) 2007 Carlo Pelanda
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