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Carlo A. Pelanda
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Carlo Pelanda: 2004-6-15Il Foglio

2004-6-15

15/6/2004

L'Ekumene dei mercanti

Per vincere la guerra contro il terrore bisognerà includere l’Islam entro il sistema occidentale prima che gli jihadisti lo destabilizzino e trasformino in Califfato globalmente aggressivo. Tale obiettivo richiede un mix tra bastone e carota. Il primo appare, per rumorosità, lo strumento prevalente. Ma, in realtà, lo è la seconda: consolidare i regimi islamici amici e rendere amichevoli quelli ostili. L’azione, sul piano delle èlite, è favorita dalla loro paura di essere rovesciati da al Qaeda. Tuttavia, le masse, percependo di più il bastone e meno la carota, sono preda di un dissenso che rende difficile l’amicalizzazione. Per questo è prioritario fornire alle èlite islamiche la possibilità di mostrare alle loro popolazioni che la relazione con l’Occidente porterà soldi e dignità politica. Tuttavia, non è possibile ottenere l’effetto consenso solo con denari regalati. Bisogna proprio indurre l’aspettativa di una ricchezza diffusa, cioè una profezia secolarizzante che possa contrastare il richiamo fondamentalista. Il modo più adatto allo scopo è quello di rendere credibile un mercato mediterraneo integrato con estensioni dall’Asia centrale fino all’Africa intera. Infatti in sede di G8 è stato presentato una prima idea in questa direzione, il progetto “Grande Medio-Oriente”. Pur ottimo precursore del modello finale, i passi intermedi paiono implicare architetture geopolitiche inclusive troppo complicate o sfumate. Pertanto lo scenario più probabile è che non evolveranno in tempi utili. Questa rubrica segnala agli addetti un progetto integrativo – Ekumene -  già in atto per movimento spontaneo: sostenere ed anticipare l’utilità dell’integrazione formale tra diversità con dei business, adeguati per scala, di chiaro vantaggio per tutti gli attori. Tale idea ha già fatto collaborare israeliani ed egiziani, generando affari con effetti geopolitici. Ci sono altri due casi tra paesi ancor più difficili, non ancora citabili. Un quarto, tra inglesi e libici, ha aiutato la svolta occidentalista di Gheddafi di cui la Farnesina sta ancora analizzando la vera origine. Un quinto – italiani, egiziani, israeliani e libanesi -  di enorme portata integrativa per tutto il Mediterraneo orientale aspetta solo che l’Eni (gas) se ne accorga. Il punto: i mercanti possono aprire dal basso verso l’alto strade collaborative che aiutino i governi a costruire quelle dall’alto verso il basso. Sembra un messaggio cifrato, lo è, ma ai molti piacerà sapere che l’antica civiltà mediterranea dello scambio si sta ritrovando e riunendo, dopo secoli, e sta iniziando a produrre conseguenze.

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