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Carlo A. Pelanda
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Carlo Pelanda: 1999-1-1Il Foglio

1999-1-1

1/1/1999

Il muro resterà in piedi fino a che la Russia non sarà pienamente cooptata nell'Occidente

Non é ben chiaro che cosa sia festeggiato a Berlino nel decimo anniversario della demolizione del muro. Non certo, per esempio, la fine del terrore nucleare come é bizzarra opinione comune. Stati Uniti ed Unione Sovietica hanno sempre cooperato strettamente per evitare che emergessero altri poteri atomici. Nel presente c'é un nuovo terrore dovuto alla proliferazione incontrollata di armamenti di distruzione di massa. L'ordine bipolare del passato non può essere certo un oggetto di nostalgia. Ma il fatto che non ne sia emerso uno nuovo in quasi dieci anni é fatto che rende francamente imbarazzante qualsiasi celebrazione. E tale disagio é anche più chiaro se si pensa ad un altro esempio. La fine di Yalta ha posto agli europei occidentali il problema oggettivo di definire dove siano i confini orientali dell'Unione Europea. Ma non l'hanno ancora fatto. Nonostante questa ambiguità, l'UE ha comunque iniziato un'espansione che prevede l'inclusione di dodici paesi nel prossimo futuro e di altri possibili in quello più remoto. Tendenza che può diventare pericolosamente destabilizzante se non si chiarisce dove si metterà la Russia in tale gioco. Se resta fuori, il suo sistema interno rischierà di essere ulteriormente frammentato dalla contiguità con una UE che le arriva a ridosso territoriale diretto (tentazione mai del tutto sopita, per altro, nel pensiero strategico tedesco). E, per evitarlo, Mosca potrebbe generare potenziali di frizione e conflitto. Che gli Stati Uniti, sottobanco, gradirebbero perché li renderebbe più necessari, e quindi condizionanti, agli occhi europei. Se la si include, anche solo pensandolo come scenario del lontanissimo futuro, verrebbe fuori un'Eurasia che renderebbe isterici gli americani. Per evitare ambedue le ipotesi, attualmente lo scenario é congelato. Gli europei pospongono l'espansione, anche per i loro dissensi interni basati sul fatto che l'Unione ha intrapreso l'allargamento senza prima darsi una struttura interna capace di gestirlo. Gli Stati Uniti non hanno la più pallida idea di cosa fare con la Russia. Pur avendo instaurato un rapporto prudente con questa, di fatto la trattano ancora come un nemico. In sintesi, é caduta solo quella parte del muro che andava da Est verso Ovest, ma é rimasta intatta quella da Ovest verso Est. Sarà sensato brindare quando anche questo residuo del muro cadrà, non prima. Perché coinciderà con la formazione del nuovo ordine mondiale impossibile a realizzarsi fino a che la Russia non ne farà parte.

La teoria corrente é che la Russia non possa essere pienamente cooptata nel sistema occidentale perché instabile e preda di tentazioni neoimperiali. In realtà il sistema politico russo é più razionale di quello che appare. E quello sociale ed economico é rimasto abbastanza solido nonostante il disordine endemico. La Russia non é nel caos. E lo sta dimostrando con la guerra in Cecenia. Disumana che sia, é un'azione dove si nota che le sue forze armate stanno recuperando l'autostima ed un minimo di efficienza (cosa negata, per esempio, dagli analisti inglesi neanche un mese fa). Soprattutto, lo Stato sta riprendendo il monopolio della violenza. Nonché il consenso. Non c'é moscovita o pietroburghese che non sia d'accordo con l'idea di bastonare i ceceni. Serviva un capro espiatorio per ricostruire l'ordine interno ed é capitato a loro. Spiace e soffriamo, sinceramente, per questi. Ma la buona notizia é che la Russia c'é. Sono americani ed europei, al contrario, che non sanno che tipo di rapporto instaurare con lei. Perché? Questione delicata e mi scuso se la tratto con brutalità. Nonostante che ne siano i protagonisti di fatto, americani ed europei non hanno chiaro come produrre una Pax globale. Se, infatti, si avesse il coraggio di definire la Cina come il probabile avversario futuro - lo é - sarebbe pressoché automatico cooptare i russi nello sforzo strategico di dissuasione e contenimento di Pechino. Inoltre apparirebbe logico delegarle la gestione della critica, perché sottoposta alla pressione combinata di islamici e cinesi, area centrale asiatica, cioé il presidio delle risorse petrolifere mondiali. In generale, l'aggiunta della Russia al sistema di alleanza tra europei, americani e giapponesi renderebbe impossibile a qualsiasi altro potere di suscitare guai nel pianeta. Quindi l'inclusione della Russia non più comunista nel sistema occidentale é la mossa più naturale con cui costruire una solida architettura politica di sicurezza internazionale e, di conseguenza, del mercato globale. Questa idea, in verità, ha ispirato la politica statunitense fin dai primi anni 90. Ma la realizzazione é stata penosa. I russi sono stati umiliati da offerte solo cosmetiche. Inoltre hanno preso paura dallo sbandamento degli occidentali e si sono messi, speso con ragione, sulla difensiva. In sintesi, il problema non é la Russia, ma l'incapacità degli occidentali di superare loro stessi la guerra fredda e di sciogliere la Nato per ospitare Mosca in una nuova alleanza. Brinderemo quando, e se, questo muro cadrà.

(c) 1999 Carlo Pelanda
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